di fr. FRANCESCO SCARAMUZZI OFM Cap.
Sono ancora vivide nella memoria le immagini della grande veglia di san Pio del 22-23 settembre scorso, quest’anno particolarmente significativa perché celebrata nel cinquantesimo anniversario della morte del Santo e nel centenario della sua stimmatizzazione permanente. Queste due ricorrenze hanno segnato e accompagnato tutto l’anno, cominciato con la solenne apertura del 22 gennaio scorso nel convento di Morcone. A quell’inizio sono seguiti numerosi appuntamenti, che hanno scandito il tempo e i mesi: il 20 e il 23 di ogni mese la fraternità di San Giovanni Rotondo ha ricordato i due eventi – stimmatizzazione e morte di san Pio – con un momento di preghiera particolare; nel mese di marzo, la straordinaria visita di papa Francesco a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo; nel mese di agosto, a Pietrelcina, è stata ricordata solennemente l’ordinazione presbiterale del mistico Confratello; a settembre, insieme alla novena in preparazione alle celebrazioni del 22 e del 23, abbiamo vissuto il III^ convegno sulle stimmate, ricco di approfondimenti e di spunti di riflessioni offerti da qualificati teologi e studiosi.
Anche sulle pagine di questa rivista non sono mancati studi e analisi su temi complessi e delicati come quelli della stimmatizzazione e della morte. In particolare, i contributi di fr. Luciano Lotti ci hanno accompagnato ogni mese alla scoperta di aspetti meno evidenti e a leggere in una più ampia visione teologica questi due misteri.
Ora sta a noi non sciupare quanto ricevuto, facendo sì che quanto appreso, celebrato e vissuto rafforzi la nostra fede e ci faccia maturare come cristiani e devoti di san Pio.
Ma l’anno che sta per concludersi non finisce di offrirci occasioni di riflessione e di crescita. Voglio ricordarne una in particolare: la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dal 3 al 28 ottobre, che ha avuto come tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». L’obiettivo dell’Assemblea è stato chiaramente tracciato nel documento di base: prendersi cura dei giovani, accompagnandoli nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il loro progetto di vita e realizzarlo con gioia, aprendosi all’incontro con Dio e con gli uomini e partecipando attivamente all’edificazione della Chiesa e della società.
Ai giovani, il Papa, nel suo discorso iniziale, ha rivolto parole piene di premura e di passione, ringraziandoli «per aver voluto scommettere che vale la pena di sentirsi parte della Chiesa o di entrare in dialogo con essa; vale la pena di avere la Chiesa come madre, come maestra, come casa, come famiglia, capace, nonostante le debolezze umane e le difficoltà, di brillare e trasmettere l’intramontabile messaggio di Cristo; vale la pena di aggrapparsi alla barca della Chiesa che, pur attraverso le tempeste impietose del mondo, continua a offrire a tutti rifugio e ospitalità; vale la pena di metterci in ascolto gli uni degli altri; vale la pena di nuotare controcorrente e di legarsi ai valori alti: la famiglia, la fedeltà, l’amore, la fede, il sacrificio, il servizio, la vita eterna».
Ci auguriamo che da questo Sinodo la Chiesa di Cristo tragga nuovo vigore e che lo Spirito soffi con potenza, ringiovanendo il cuore degli uomini con semi abbondanti di verità.