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Un Natale di speranza

Anno LV – n. 12 – Dicembre 2024

di fr. FRANCESCO DILEO, OFM Cap.

Sollecitati da una lettura razionale dell’attualità, siamo tentati dal vivere il prossimo Natale con un sentimento di mestizia, perché il sentimento di compassione verso il prossimo non ci lascia indifferenti dinanzi al dolore che hanno vissuto e che stanno vivendo tante famiglie che curano le ferite, fisiche e psicologiche, dei loro parenti o che ne piangono la morte recente, a poca distanza dal luogo in cui si è incarnato il Figlio di Dio, proprio nella terra definita “santa”, ma che la storia contemporanea rilegge come “martire”.
Tuttavia, in questo tempo, in cui il male sembra aver preso le redini dell’umanità, e non solo in Medio Oriente, nella prospettiva dell’apertura della Porta Santa che ci introdurrà nel Giubileo ordinario del 2025, vogliamo guardare al futuro attraverso la lente della speranza, su cui Papa Francesco ha voluto incentrare la riflessione del popolo di Dio durante l’ormai imminente Anno Santo.
Nella bolla di indizione, Spes non confundit, il Santo Padre, dopo aver osservato che «incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità» (Snc, 1), invita il popolo cristiano a riscoprire questa virtù teologale, indispensabile «per dare sostegno e vigore alla nostra vita» (ivi, 3) e che, paradossalmente, sembra più rara nell’attuale contesto planetario, caratterizzato da una rapida evoluzione della scienza e della tecnica, che dovrebbe, invece, stimolare fiducia e ottimismo.
«La speranza – spiega Papa Francesco – nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce» (Snc, 3) ed è «lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne», che «non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino» (cfr. ibidem).
La speranza, dunque, ci aiuta a riflettere con maggiore obiettività e con fede nel Signore sugli avvenimenti del passato e del presente e ci consente di non avere paura del tempo che abbiamo dinanzi.
La speranza ci fa capire che ciascuno è chiamato a dare il suo contributo, a qualunque titolo e con qualunque mezzo, per preparare condizioni di vita migliori in tutti gli ambiti della nostra esistenza: dal microcosmo della famiglia o dell’ambiente di lavoro alla comunità urbana di cui facciamo parte; dalla nazione di cui siamo cittadini all’intero pianeta, sempre più bisognoso di pace.
Ma la speranza, pur essendo un dono di Dio, va desiderata, chiesta e coltivata. Lo aveva ben compreso Padre Pio che, nei momenti di difficoltà, invitava i suoi figli spirituali a pregare il Signore per chiedere di essere salvato «dal perire in questa prova» e di ottenere «la forza di sperare contro la stessa speranza» (cfr. Epist. III, p. 340).
Occorre, dunque, alimentare il desiderio di possedere e di praticare questa virtù tanto necessaria. Bisogna diffondere la cultura della speranza, lasciandoci guidare dall’esempio e invocando la protezione della Vergine Maria. «Sono fiducioso – conclude il Pontefice – che tutti, specialmente quanti soffrono e sono tribolati, potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle mamme, che mai abbandona i suoi figli, lei che per il santo Popolo di Dio è “segno di sicura speranza e di consolazione”» (ivi, 24). Contempliamola, insieme allo sposo Giuseppe e al figlio Gesù nella povera capanna di Betlemme, per poi elevare lo sguardo verso il regno dei Cieli, dove ci attendono e dove ogni speranza diviene realtà, piena ed eterna.
Auguro a tutti un santo Natale e un felice nuovo anno.

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