di fr. FRANCESCO SCARAMUZZI OFM Cap.
Nell’ultimo numero di settembre ci siamo lasciati dandoci appuntamento a San Giovanni Rotondo per vivere, oltre all’ormai tradizionale festa di san Pio del 22-23, anche l’importante convegno sulle stimmate del Santo di Pietrelcina, il 18-19, organizzato in occasione del centesimo anniversario della sua stimmatizzazione permanente: di entrambi gli eventi troverete una dettagliata cronaca nel presente numero.
Ma il mese di settembre si è aperto con una importante notizia per noi frati cappuccini: l’elezione del nuovo Ministro Generale dell’Ordine. Il 3 settembre scorso, infatti, a Roma, è stato eletto dai capitolari convenuti da ogni parte del mondo, fr, Roberto Genuin, 73° ministro Generale dei frati minori Cappuccini.
Nato il 20 settembre 1961 a Falcade (provincia e diocesi di Belluno, Italia) è entrato nel noviziato di Lendinara il 3 ottobre 1980, dove ha emesso la Professione temporanea il 4 ottobre 1981 e quella perpetua a Venezia il 30 giugno 1985. È stato ordinato presbitero il 27 giugno 1987. Ha conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia al «Laurentianum» in Venezia nel 1986 e presso la Pontificia Università Lateranense il Dottorato in «Utroque Iure». Terminati gli studi, ha ricoperto diverse cariche nella sua Provincia. È stato più volte guardiano, docente di Diritto Canonico, Vicario Provinciale e Ministro Provinciale del Veneto e poi primo Ministro Provinciale della nuova Provincia Veneta di Santa Croce. A lui vanno i nostri auguri, perché incarni il servizio a cui è stato chiamato secondo i principi dettati dallo stesso san Francesco: «Deve essere un uomo di vita quanto mai austera, di grande discrezione e lodevole fama. Un uomo che non conosca simpatie particolari, perché, mentre predilige una parte, non generi scandalo in tutta la comunità. [Un uomo] che si applichi con zelo alla preghiera. Deve essere una persona che non presenti alcun angolo oscuro di turpe favoritismo e che abbia per i piccoli ed i semplici la stessa premura che ha per i maggiori e i dotti. Anche ammettendo che emerga per cultura, tuttavia ancor più nella sua condotta sia il ritratto della virtuosa semplicità e coltivi la virtù» (cfr. Fonti Francescane, nn. 771-772).
Lo stesso Ministro Generale ha presieduto la Messa della notte tra il 22 e 23, quest’anno particolarmente significativa perché cadeva nel 50° anniversario della nascita al cielo di san Pio. Davanti a un’ immensa folla, partecipe e commossa, ha pronunciato parole eloquenti, rileggendo l’esistenza di Padre Pio – pur piagato nella carne – come esperienza di vita e di vittoria sul peccato e sulla morte. Efficace in particolare quando ha ribadito che «Gesù non illude. Così come non ha illuso Padre Pio chiamandolo a stare con Lui, a servirlo e a benedire nel suo nome, a consumarsi nel ridare dignità all’uomo peccatore, chiamandolo a essere debole per confondere il mondo». Per ciascuno di noi, allora, caricato quotidianamente della propria croce, piccola o grande che sia, l’esperienza del Santo di Pietrelcina costituisce l’invito a non disperare e a considerare la scommessa sul Vangelo come l’unica capace di ridare senso alla nostra umanità provata, spesso preda della disperazione.
Ancora una volta, dunque, a partire dall’esperienza di vita cristiana di san Pio, ci è ricordata la verità del Vangelo di Gesù Cristo: per chi crede sulla sua parola e la mette in pratica, il premio è la vita eterna.