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Tutto passa, tranne ciò che è eterno

del numero: Anno LI n. 9 Settembre 2020

di fr. FRANCESCO DILEO, OFM Cap.

Il 18 maggio ha rappresentato il nuovo inizio. Da quella data abbiamo ripreso a celebrare le Messe con la partecipazione dei fedeli, del posto o dei paesi vicini. I pellegrinaggi più lunghi non superavano – e non potevano superare – le distanze geografiche ricomprese nel territorio pugliese. Il 3 giugno successivo sono caduti i divieti di spostamento tra una regione e l’altra, facendo aumentare, soprattutto nel fine settimana, le presenze di devoti di Padre Pio. Ed è stato un crescendo, che ha caratterizzato anche i successivi mesi tipicamente vacanzieri.

A chi interessano le cifre, in mancanza di dati precisi e scientifici, può essere utile sapere che c’è stata una moderata flessione rispetto agli anni precedenti, imputabile essenzialmente alle difficoltà e ai costi dei viaggi organizzati nel vigente periodo di limitazioni prudenziali, ma anche alla ridotta capacità di spesa subita da tante famiglie. Chi, invece, preferisce analizzare i fenomeni sociali più sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo, giudicherà significativa la spinta interiore che ha condotto un numero considerevole di persone verso una meta spirituale, anche in giornate meteorologicamente idonee a ricercare un po’ di refrigerio all’ombra di un albero di montagna o nelle limpide acque di una delle incantevoli, ma superaffollate, spiagge che circondano la nostra Penisola.

Questo si è notato: negli scorsi anni a luglio e ad agosto l’affluenza nel nostro Santuario è stata limitata solo a quelle ore in cui la pioggia impediva le escursioni e il vento la balneazione, mentre quest’anno, anche nei giorni feriali, abbiamo ammirato lo spirito di sacrificio dei pellegrini che hanno atteso il proprio turno sotto il sole per poter partecipare alle Celebrazioni Eucaristiche, non essendo consentita la presenza in chiesa di più di 150 persone contemporaneamente, al fine di garantire il rispetto del distanziamento di sicurezza.

Evidentemente il forzato periodo di inattività del look down, ma anche il drammatico e prolungato contatto, personale o mediatico, con l’esperienza della sofferenza e della morte hanno imposto una battuta di arresto nella frenetica corsa verso le soddisfazioni materiali e hanno favorito una lunga pausa di riflessione, utile a separare l’essenziale dal superfluo e a risvegliare una fede sopita per effetto di un innaturale letargo dello spirito.

Con questa fede, mi auguro, ci accingiamo a vivere un mese speciale, per noi confratelli di Padre Pio e per tutti i suoi devoti. È il mese in cui lo festeggeremo come santo, in cui ne commemoreremo il transito dalla vita terrena a quella eterna, in cui mediteremo sul grande mistero che lo ha reso conforme a Cristo crocifisso. In qualunque modo avremo la possibilità di vivere gli eventi liturgici che ci sarà concesso di organizzare, l’importante è lasciarsi orientare da questa fiamma inestinguibile, liberandola dalla cappa di tutto ciò che è effimero e transitorio.

Tutto passa. Passano le gioie e le amarezze. Passerà anche la pandemia. Solo la fede resta, perché è il ponte che ci permette di raggiungere l’eternità.

 

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