Il 14 agosto 1808 la commissione governativa formata dal sindaco Giovanni Verna, Francescantonio Ventrella e dall’arciprete Nicolò Cascavilla, alla presenza dei testimoni Michele Carrabba, Costanzo Fraticelli e Vincenzo D’Errico, formulò l’inventario di tutto ciò che esisteva in convento e nella Chiesa. L’inventario, debitamente firmato, fu consegnato al p. Francesco Maria da Rodi, superiore del convento.
La soppressione avvenne il 4 luglio 1811. In tal giorno gli incaricati legali alla soppressione, Francescantonio Ventrella e Salvatore Cafaro, radunarono la comunità con a capo il superiore, p. Giovanni Maria da Monte S. Angelo e procedettero alla formulazione del nuovo inventario. I frati assistettero con le lagrime agli occhi a tale atto. A questi frati fu ingiunto perentoriamente di lasciare il convento nello spazio di quattro giorni a partire dall’8 ottobre 1811. Il 7 febbraio 1812 il convento fu invaso da ‘più assassini bene armati’. Perché ciò non si ripetesse, il sindaco chiese all’intendente che permettesse che alcuni ex cappuccini, sia pure in veste da prete, facessero da custodi al convento ed alla Chiesa. Il convento fu riaperto nel 1816 e chiuso con l’avvento del governo massonico italiano nel 1866. In data 16 giugno 1886 i locali del convento furono messi in vendita dal demanio. Fu riaperto nel 1909 e nel 1925 fu dato ai frati in enfiteusi perpetua. Nel 1952 ci fu l’ampliamento del convento; nel 1959 fu inaugurato il Santuario di S. Maria delle Grazie, progettato dall’arch. Giuseppe Gentile di Bojano (CB); il 1 luglio 2004 è stata inaugurata la nuova chiesa di S. Pio da Pietrelcina, progettata dall’arch. Renzo Piano.
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