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L’insegnamento delle stimmate

Anno LV – n. 9 – Settembre 2024

di fr. FRANCESCO DILEO, OFM Cap.

Non saranno un settembre come gli altri, una novena come le precedenti, una veglia e una festa di san Pio simili a quelle degli anni passati. Il 17 settembre 2024 tutti gli Ordini francescani commemoreranno gli 800 anni dall’impressione delle piaghe di Cristo crocifisso sul corpo del primo stimmatizzato della storia. Provvidenzialmente questa data coincide con il quarto giorno della novena in preparazione alla festa liturgica del nostro mistico Confratello, membro della famiglia religiosa fondata dal Poverello di Assisi e che oggi rappresenta l’ultimo canonizzato tra coloro che sono stati segnati, nella loro esistenza terrena, dalle ferite della passione di Gesù. Anche nel suo caso, tra l’altro, il dono divino è stato concesso nel mese di settembre. I giorni che ci attendono pongono, dunque, dinanzi ai nostri occhi l’alfa e l’omega di un grande dono concesso da Dio all’umanità: la presenza di un’icona vivente del sacrificio salvifico di suo Figlio che si rinnova da otto secoli in alcuni prescelti. Da Francesco d’Assisi a Pio da Pietrelcina – passando per Caterina da Siena, Teresa d’Avila, Rita da Cascia, Caterina de’ Ricci, Carlo da Sezze, Maria Maddalena de’ Pazzi, Maria de Leon Bello y Delgado, Veronica Giuliani, Maria Francesca delle cinque pieghe, Anna Katharina Emmerick, Anna Rosa Gattorno, Gemma Galgani, Teresa Neumann, Marta Robin, Faustina Kowalska, Elena Aiello, per citare solo alcuni dei circa 400 stimmatizzati – il Signore ci vuol ricordare la realtà storica e il significato teologico della sua immolazione redentrice. Vuole indurci a riflettere, come faceva il nostro venerato Confratello, che festeggeremo come santo il 23 di questo mese: «Perché Gesù Cristo si sacrificò alla morte? Per espiare le nostre colpe, mi risponde la fede. Perché risuscitò con tanto strepito di prodigi? Per testimoniarci il conseguimento della nostra redenzione. Nella morte di lui ci rammenta che eravamo morti pel peccato, nella sua risurrezione abbiamo invece un perfettissimo modello del nostro risorgimento alla grazia» (Epist. IV, p. 1120). Vuole rinnovare anche per noi, attraverso l’esempio di questa lunga e luminosa scia di sue immagini crocifisse viventi, l’invito che rivolse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). In diverse occasioni, Padre Pio, per far capire che le piaghe erano per lui un continuo supplizio doloroso, affermava: «E che credi, che Dio me le abbia date per ornamento» (Positio, vol. II, p. 44; cfr. anche ivi, p. 696). Ma cercava anche di far comprendere il valore di questa sofferenza, evidenziando «che sollievo si dà a Gesù non solo col compatirlo nei suoi dolori, ma quando trova un’anima che per amor suo gli chiede non consolazioni, ma sibbene di essere fatta partecipe dei suoi medesimi dolori (Epist. I, p. 335). Non a tutti è richiesto lo stesso grado di eroismo. A ciascuno, però, vengono assegnate croci da portare, proporzionate alla forza necessaria ricevuta per compiere la personale via crucis senza soccombere e per rialzarsi ad ogni caduta. A noi spetta solo il compito di accettarle con fede, per la nostra e l’altrui redenzione. Questo ci insegnano, anche e soprattutto nel mese di settembre del 2024, Francesco e Pio con le loro stimmate.

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