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… Quella porta che mai si chiude!

del numero: Anno XLVII – n. 12 – Dicembre 2016

Editoriale

fr. Mariano Di Vito, OFM Cap.

 

 

Diecimila porte aperte e chiuse in tutta la cristianità; novecento milioni i fedeli che le hanno attraversate, dalle cattedrali, alle carceri, alle mense della Caritas. Numeri imponenti.
Dunque missione compiuta? A questa domanda, mons. Fisichella rispondeva cosi a un giornalista: provocazione arrivata, la missione continua.
Sì! Penso sia questa la giusta direzione da prendere. A altri l’approfondimento e l’analisi dei numeri, delle ricadute economiche, dell’organizzazione, dei successi o dei limiti di quest’anno giubilare appena concluso. La strada più sbagliata sarebbe però quella dell’archiviazione: quest’anno è finito, avanti per il prossimo!
L’atteggiamento più consono, anzi necessario, mi pare possa essere espresso dalla nota che l’evangelista Luca pone in calce all’episodio dello smarrimento e ritrovamento di Gesù nel Tempio di Gerusalemme: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (cfr. Lc 2,5) .
Custodire e cuore: due parole che indicano il “che cosa” ed il “come” fare per rendere fruttuoso i semi del Giubileo abbondantemente sparsi in tutti i sentieri, le strade e le autostrade del mondo. Nello stesso tempo sintetizzano il messaggio sempre attuale che scaturisce dalle ‘mirabilia Dei’, dalle meraviglie che il Signore ancora compie, pur nelle intricate e sconnesse pieghe della storia.
La Vergine Maria è il modello della Chiesa e di ogni cristiano che accoglie con gratitudine e non lascia cadere nell’oblio e nell’indifferenza i tanti segni che continuamente il Signore mette sulle nostre strade. Custodire significa ritornare indietro, fare memoria, far continuamente risuonare la sua Parola e ricordare i gesti, i volti, i luoghi, testimoni del passaggio di Dio. Nel “cuore” esprime la volontà di rapportarsi e guardare con amicizia, trasporto, tenerezza e… misericordia, fatti, persone, situazioni e conflitti, proprio perché Dio con noi si relaziona e ci guarda attraverso il cuore, aperto, spalancato e squarciato di suo Figlio e Signore nostro Gesù.
Può allora essere rinchiuso nella cronaca, sia pur essa esaltante, di un anno, la ricchezza più grande del messaggio cristiano?
Assolutamente no! L’Anno Giubilare ha dato il tempo per iniziare quella sinfonia che siamo chiamati a eseguire come la colonna sonora di tutta la nostra vita cristiana: guardare riconoscenti e stupiti la misericordia senza limiti del Padre Celeste e usare misericordia (san Francesco direbbe “fare misericordia”!), nei pur sempre complicati e aggrovigliati rapporti umani.
Il Natale del Signore è la lieta notizia che la sua porta non è mai stata chiusa e nello stesso tempo l’accorato invito ad aprire le nostre porte, troppe volte ostruite se non addirittura sbarrate.
Ci aiuti e sostenga l’intercessione di Padre Pio, che ha trovato la “Porta Santa” della sua santificazione proprio nel costato aperto di “Gesù, quella porta che mai si chiude!”.

Buon Natale

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