
di fr. FRANCESCO DILEO, OFM Cap.
Già dal numero di gennaio di Voce di Padre Pio, sotto la testata, c’è la parola “anno” seguita dal numero romano LI, che corrisponde all’arabo 51. Questo è, infatti, il cinquantunesimo anno di vita della nostra rivista. Il compleanno, però, è proprio in questo mese di luglio. Ed è un compleanno importante, di quelli che ordinariamente si festeggiano con grande solennità, che vengono chiamati giubilari. Voce di Padre Pio compie 50 anni.
Era il luglio del 1970 quando, nello stabilimento tipolitografico “Leone” di Foggia, veniva stampato il primo numero del «Mensile della Postulazione della Causa di beatificazione e canonizzazione del Padre Pio da Pietrelcina». Sulla prima pagina, a presentare la nuova pubblicazione, c’era un breve articolo intitolato «La voce… continua», firmato dal postulatore generale dei Frati Minori Cappuccini, padre Bernardino da Siena. Una scelta, quella di affidare a lui l’editoriale di esordio, che i frati promotori hanno compiuto non solo per il rispetto dovuto al responsabile di tutte le Cause di beatificazione e canonizzazione dell’Ordine, ma probabilmente dettata anche dal fatto che il procedimento di Padre Pio, in quel luglio del 1970, non era ancora cominciato. Erano stati compiuti solo alcuni passi preliminari.
La rivista, in realtà, nacque per iniziativa di due frati originari di San Giovanni Rotondo: dall’estro vulcanico di padre Silvestro Mischitelli e dalla concretezza operativa di padre Michele Placentino, vicario ed economo della locale Fraternità, con la collaborazione del guardiano, padre Pellegrino Funicelli da Sant’Elia a Pianisi, e di padre Vincenzo Frezza da Casacalenda. A scegliere la denominazione della testata fu mons. Valentino Vailati, all’epoca vescovo di San Severo, ma già promosso alla sede arcivescovile di Manfredonia. Solo nell’ottobre successivo i padri Lino Barbati da Prata e Gerardo Di Flumeri da Deliceto, rispettivamente nuovo guardiano e nuovo vicario del Convento di San Giovanni Rotondo, furono nominati «delegati speciali» del Postulatore generale per la Causa di Padre Pio. Pertanto padre Lino cominciò a scrivere su Voce di Padre Pio per il numero di novembre del 1970, mentre padre Gerardo, dallo stesso numero, ne assunse la direzione editoriale.
«Questo periodico – spiegava fr. Bernardino nel primo editoriale – vede la luce nel Convento dei Cappuccini di S. Maria delle Grazie in S. Giovanni Rotondo per conto della Postulazione», con lo scopo «di informare sugli sviluppi della Causa di beatificazione e canonizzazione». Uno scopo che, ovviamente, è terminato il 16 giugno 2002, quando san Giovanni Paolo II ha iscritto il nome del nostro venerato Confratello «nell’Albo dei Santi». Insieme a questo, però, venivano indicati altri obiettivi della pubblicazione, come quello «di segnalare la vita del Santuario di S. Maria delle Grazie» e come l’esigenza di far continuare a «risuonare in mezzo al trambusto e al tumulto delle passioni umane» la voce di Padre Pio, cioè il suo messaggio, «nella sua limpidezza», epurandolo da «notizie e informazioni, che prendono lo avvio da labili ed estranee fondamenta» e che, pertanto, «possono facilmente diminuire, distorcere e falsare non solo la sua figura autentica di uomo e di religioso, ma finanche la sua spiritualità, la sua opera, il suo pensiero».
Questi ultimi due intenti costituiscono ancora, a distanza di 50 anni, il fulcro della missione che questa rivista si sforza di compiere nel miglior modo possibile.