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La visita di papa Francesco, non solo un evento

del numero: Anno XLIX n. 2 Febbraio 2018

di fr. FRANCESCO SCARAMUZZI OFM Cap.

 

Il 2018 è cominciato con una notizia che ha riempito di gioia tutti i devoti di Padre Pio: il viaggio di papa Francesco a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo il prossimo 17 marzo.

Ma questa visita non è il primo segno del legame di Bergoglio con Padre Pio: come si ricorderà, il santo di Pietrelcina è stato scelto dallo stesso Papa tra i “patroni” del Giubileo della Misericordia.

Francesco è un papa molto amato, anche quando è discusso. La sua parola non è mai banale, il suo stile, molte volte imprevedibile, è incisivo e riconoscibile. Le sue posizioni creano spesso dibattito, contribuendo a dare vitalità alla nostra fede e al modo in cui la celebriamo nella vita. Insomma, anche quando richiama semplicemente la logica del Vangelo, la parola del Papa genera sempre inquietudine. Sana inquietudine, naturalmente, giacché ci costringe ad andare più a fondo, a non rimanere in superficie.

Ma il Papa non è solo parola, è anche stile e interpretazione del Vangelo: la sua prossimità ai poveri, agli ammalati, agli ultimi ed emarginati, è autentica. Così come le sue applicazioni della misericordia in campo morale e sociale sono sempre esigenti, vissute in prima persona, generando in alcuni sconcerto, in altri ammirazione. Ma guai a noi se l’effetto delle parole e dello stile del Papa dovessero fermarsi alla semplice ammirazione o allo sconcerto: rischieremmo di ridurre il Vangelo a semplice idea, disincarnata, incapace di generare senso. Il suo vivo magistero, al contrario, richiamando in modo autentico il pensiero e l’agire di Dio, che in Cristo si sono manifestati e compiuti in pienezza, deve spingerci all’adesione piena, con tutto noi stessi.

D’altra parte, conosciamo quanto profonda fosse la devozione di san Pio per i vari Pontefici lungo il corso della sua esistenza. Devozione sincera e filiale, magnificamente espressa in una lettera del 12 settembre 1968, a papa Paolo VI, in occasione del capitolo generale dei Cappuccini: «Santità, approfitto del vostro incontro con i padri capitolari per unirmi spiritualmente ai miei confratelli ed umiliare ai vostri piedi il mio affettuoso ossequio, tutta la mia devozione verso la vostra augusta persona, nell’atto di fede, amore ed obbedienza alla dignità di Colui che rappresentate sulla terra» (Epist. IV, p. 12). Una obbedienza, come ben sappiamo, non soltanto a parole, ma esercitata fino in fondo, anche quando non era semplice.

Il prossimo 17 marzo, dunque, avremo la possibilità di sperimentare ulteriormente il profondo legame che unisce papa Francesco e san Pio, non soltanto attraverso la celebrazione dell’Eucarestia, ma anche attraverso quel segno tanto semplice quanto efficace della visita al reparto di oncologia pediatrica che il Papa ha messo in agenda. Quasi un modo per dirci che la sua presenza non finisce con l’ascolto delle sue parole o con la vista della sua persona, ma continua nell’impegno di tutti i giorni per i più piccoli e bisognosi. Come non vedere in questa sensibilità verso gli ammalati una forte somiglianza con san Pio?

Chiudo richiamando l’invocazione che, nella lettera prima menzionata, san Pio rivolse a Paolo VI, alla quale vogliamo sentirci inclusi idealmente: «Prostrato ai vostri piedi vi prego di benedirmi, assieme ai miei confratelli, ai miei figli spirituali, ai “Gruppi di preghiera”, ai miei ammalati, a tutte le iniziative di bene che nel nome di Gesù e con la vostra protezione ci sforziamo di compiere» (ivi, p. 14).

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